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STEVEN SAYLOR § ITALIAInterviste: |
Sangue su Roma |
Lo Schiavo do Roma Nel 72 a.C. Roma è alle corde, ripetutamente sconfitta da un esercito che non proviene dalle barbare lande del Nord né dalle terre nemiche dell’Asia, bensì dalla stessa penisola. È l’esercito di Spartaco, che, coi suoi schiavi ribelli, sta mettendo a ferro e fuoco la Campania e il sud dell’Italia. E proprio a due schiavi in fuga da una villa nei pressi di Pozzuoli viene attribuito l’omicidio di Lucio Licinio, cugino del potente Marco Licinio Crasso. Il cadavere, sfigurato, è stato rinvenuto nell’atrium; accanto al corpo c’è soltanto un lembo di mantello intriso di sangue e sei lettere incise nel pavimento di marmo: SPARTA. Crasso, che sta per mettersi alla testa di otto legioni per soffocare la rivolta, decide di seguire un’antica, crudelissima usanza romana; di lì a tre giorni, punirà la morte del congiunto con la vita di tutti gli altri schiavi della casa: novantanove persone, novantanove innocenti. Solo Gordiano il Cercatore, chiamato da un misterioso cliente a far luce sull’omicidio, può fermare quell’insensata carneficina e scoprire la verità. Ma l’indagine si rivelerà più insidiosa del previsto e metterà in pericolo tutto ciò che Gordiano più ama, nonché la sua stessa vita. |
L’Enigma di Catilina Roma, 63 a.C. Le istituzioni repubblicane vivono momenti di grande incertezza: la plebe infatti, guidata da Catilina, personaggio affascinante e controverso, chiede a gran voce riforme politiche e sociali. Cicerone, console in carica e strenuo oppositore di ogni cambiamento radicale, si rivolge a Gordiano il Cercatore momentaneamente ritiratosi in Etruria per sfuggire la confusione della vita nella capitale e gli chiede di tenere d’occhio il sobillatore. Tuttavia, la situazione precipita: Catilina perde le elezioni e si appresta a scatenare una guerra civile. Nel frattempo, nelle vicinanze della proprietà di Gordiano vengono ritrovati alcuni cadaveri decapitati, quasi ci fosse un legame con la frase enigmatica pronunciata da Catilina in Senato: “Vedo due corpi: uno fragile e deperito, ma con una grande testa; l’altro forte e vigoroso, ma privo di testa...” Strappato alla tranquillità del suo rifugio, solo Gordiano potrà fermare quella catena di morte e far luce su un complotto che affonda le radici all’interno della stessa Repubblica, coinvolgendo personaggi insospettabili... |
Roma, 56 a.C. In una fredda sera di gennaio, un uomo bussa alla porta di Gordiano il Cercatore. È Dione di Alessandria, l’erudito che, trent’anni prima, gli aveva trasmesso la passione per la filosofia greca. Diventato ambasciatore, Dione è giunto a Roma per chiedere al senato d’impedire che il faraone Tolomeo XII torni sul trono d’Egitto; tuttavia, nel giro di pochi giorni, gli altri membri della delegazione sono morti, probabilmente avvelenati, e Dione è rimasto solo e terrorizzato. Gordiano Io accoglie a braccia aperte ma, prima che la notte sia finita, pure Dione viene ucciso. Un assassinio politico? Una vendetta ordita dal faraone? Sconvolto, Gordiano accetta senza esitazioni l’incarico d’indagare su quel delitto, benché sappia che quella ricerca lo condurrà nei circoli più esclusivi della Città Eterna, tra le donne e gli uomini più ricchi e corrotti, quindi intoccabili. Però, mentre le prove si dissolvono come neve al sole, mentre gli indiziati si moltiplicano, mentre la verità si annebbia, Gordiano scoprirà che il mistero intorno alla morte di Dione non riguarda un segreto di Stato, bensì un segreto del cuore. |
Omicidio sulla via Appia Roma, 52 a.C. Nel cuore della notte, Gordiano il Cercatore viene svegliato da un grande frastuono: una folla inferocita si è riversata nel Foro e si dirige verso il Senato per darlo alle fiamme. Il motivo di un simile tumulto è la morte di Clodio Pulcro, amatissimo tribuno della plebe barbaramente accoltellato sulla via Appia. Tutti puntano il dito contro Milone, il suo maggiore avversario politico, che infatti viene subito arrestato con l’accusa d’omicidio. Gordiano però non crede affatto che la faccenda sia così semplice e, poco prima che il processo abbia inizio, decide d’indagare, anche se ciò significa attirarsi le ire dei senatori che vogliono chiudere il caso il più rapidamente possibile. Ma perché tanta fretta? Per evitare che scoppino nuove rivolte? Perché temano ciò che lui potrebbe scoprire? In effetti, grazie al prezioso aiuto del figlio Eco, Gordiano si troverà ben presto sulle tracce di una verità molto diversa da quella sostenuta in tribunale, una verità così agghiacciante che lo farà dubitare non soltanto del propria ruolo di Cercatore al servizio della giustizia, ma anche della solidità della Repubblica... |